MEDICAL TEAM MAGAZINE Anno 3 - Numero 6 - nov/dic 2004
Se si torna a casa senza ricetta medica non si è contenti come se la visita fosse stata inutile. Non interessa comprendere il perché di un sintomo, ma di farlo scomparire
Risultato delle conquiste tecnologiche dell’era moderna è il farmaco, come tanti prodotti che hanno cambiato la qualità della vita. Ma è sempre in meglio? Certo per alcuni di essi la ripercussione a livello sociale è stata importante. Molte malattie infettive per esempio sono state debellate. Si pensi alla tubercolosi che fino a qualche decennio fa era temuta come il cancro di oggi.
Ricordiamo tanti altri successi come i farmaci per l’ ulcera gastrica, un tempo curata solo dal chirurgo, gli antiepilettici, il cortisone, ed altri. Oggi, lo sviluppo farmaceutico ha seguito il cambiamento societario con l’imporsi di nuovi ideali e nuovi status. Ci sono farmaci per dimagrire, per non procreare, per dormire, per l’impotenza, per l’invecchiamento. In una società consumistica il farmaco rappresenta un bene di consumo, la ricerca della soluzione di un problema, che deve essere immediata e che consenta al paziente di riportarsi in breve tempo nel suo precedente stato di salute. In una società sempre più frenetica, sembra non esserci posto per una medicina umana ma per una medicina rapida, immediata e risolutiva. Non possiamo permetterci di stare a letto un giorno per un mal di schiena o per un mal di testa. E’ lì che nasce il compromesso tra il medico ed il paziente. Se prescriviamo il farmaco giusto, mirato, potente e il dolore passa allora sei bravo. «C’ha indovinato subito». Sono queste le parole che spesso ascoltiamo nelle nostre sale di attesa. Si và dal medico per la prescrizione del farmaco miracoloso. Se si torna a casa senza la ricetta medica non si è contenti come se è stata inutile la visita. Non interessa comprendere perché di un sintomo, ma di farlo scomparire. E’ più bravo un medico che ti dà qualcosa rispetto ad un altro che ti dice che sei in buona salute e non hai bisogno di niente. Uno dei principali insegnamenti che abbiamo ricevuto durante il nostro corso di laurea è di non nuocere e quindi di non recare danni somministrando per esempio trattamenti inutili. Ma spiegare al paziente che un farmaco è veramente inutile, non è sempre facile. Intanto la spesa farmaceutica è considerata uno dei principali capitoli economici del piano sanitario regionale.
È sempre più necessario il ritorno ad una medicina “del colloquio” con il paziente per capire le cause del sintomo e combatterle. Il sintomo, è infatti, un grido d’allarme lanciato dal nostro organismo per avvisarci che qualcosa non va. Soffocare questo grido non serve a nulla ma per mirare al vero benessere bisogna assolutamente capirne la provenienza. Ci deve essere da parte del paziente una maggior disciplina farmaceutica evitando di ricorrere a farmaci miracolosi che in cambio di un immediato benessere non garantiscono la risoluzione del problema, e da parte del medico una maggior attenzione verso il paziente anche se questo a volte vuol dire non assecondare nell’immediato le sue richieste.